Per un’educazione creativa. Le sfide di FabLearn Italy 2021

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A Firenze, ma solo online

A riecheggiare già dalla pagina di presentazione di FabLearn Italy 2021 è la sfida “di sempre” per tutti i suoi membri: innovare l’educazione e la formazione per renderle adatte all’era digitale, alla continua ricerca di nuovi contesti pedagogici e sinergie tra FabLab.  Dal 13 al 17 Dicembre Firenze sarà la sede degli interventi di ricercatori, maestri, educatori e professionisti sul tema “Innovation in Laboratory Teaching with Making, Educational Robotics, Coding and Innovative Technologies”, in un evento organizzato da INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa: ente che si occupa di nuovi modelli didattici che prevedono l’utilizzo delle nuove tecnologie nei percorsi formativi).

Del resto, da quando Paulo Blikstein l’ha fondato, la missione di FabLearn è di creare formati educativi che, incentrati sulle materie STEAM, stiano al passo con i tempi della tecnologia e che siano quanto più condivisibili ed inclusivi a livello mondiale. Di certo, in questa missione, la community non ignora l’esigenza di fronteggiare anche le persistenti difficoltà materiali e culturali (diffuso analfabetismo digitale, difficoltà economiche nella dotazione di computer personali, ritardi nell’aggiornamento professionale, aree con scarsa connessione, digital gender gap) che si configurano come ostacoli non aggirabili sulla strada di una piena ed estesa istruzione tecnologizzata.

Qual è lo spirito dei Fab Lab

In questa stessa occasione, nata per mettere in contatto i formatori di tutto il mondo, ci sarà spazio anche per la presentazione di Inventando si impara curato da Lorenzo Guasti (traduzione italiana del famoso saggio di S. L. Martinez e G. S. Stager Invent to learn: Making, Tinkering and Engineering in the Classroom) che, ponendosi sulla fortunata scia di altre formule  programmatiche come “imparare ad imparare”, “maker education”, “edutainment”, “learning by making”, “learning by doing”, vuole formulare la nuova maniera di una scuola perpetuamente sperimentale, tutta orientata alla partecipazione di progetti e laboratori.

L’intenzione è quella di assecondare nei discenti inclinazioni, gusti, accessi creativi. I FabLab sono quindi per un apprendimento “costruzionistico”, del tipo formulato da Seymour Papert, che rinnega una scuola deputata alla trasmissione di sapere nozionistico, ma la vorrebbe “luogo di costruzione di conoscenze“; non sede dei tradizionali percorsi curricolari e apprendimenti tecnici, ma di progetti, lavori di gruppo, laboratori creativi in cui il singolo possa esprimersi liberamente e predisporsi alla cooperazione, alle risorse digitali e alla condivisione.

Infatti, quello che più preme ai teorici di FabLearn è che l’apprendimento sia fedele alle passioni dello studente, che lo motivi, che lo coinvolga, che gli faccia intendere a cosa esso è finalizzato, così che interiorizzi un approccio eminentemente interdisciplinare e comunitario. In tutto questo, anche la figura dell’insegnante, lungi dal considerarsi già pienamente formata, dovrebbe imparare al fianco del discepolo, nel ruolo di guida che però lascia ampi margini di autonomia o, per citare una metafora di Mitch Resnick, nel ruolo di giardiniere che accudisce, facendole crescere liberamente in un giardino fertile, le piante-studenti.

Di certo, in una scuola-asilo, il rischio è di lasciare troppo ampio il margine concesso allo spontaneismo ludico, e di rottamare con disinvoltura, in quanto retrivi, concetti come sforzo, inquadramento teorico, metodo, esercizio, rigore, solo per poter piazzare liberamente nuovi ed accattivanti prodotti pseudo-culturali. Comunque, il fondatore di Lifelong Kindergarden non ha dubbi quando evidenzia il “crescente bisogno di creatività nella società odierna”. Per questo motivo, per incentivare l’estro del discente, le scuole dovrebbero assomigliare molto di più a degli asili. Non c’entrano l’ora di nanna dopo l’intervallo né la suddivisione di classi in colori, ma la supremazia di un senso ludico con finalità realizzative, condivisa con altri membri del gruppo e che procede per prove, errori e riflessioni. Così facendo, l’obiettivo è che si arrivi alla fin fine a costruire pezzo per pezzo un progetto pieno d’inventiva, personalizzato, che possa finalmente stare in piedi dopo una serie di crolli e accortezze migliorative.

Il piano è quindi di allestire laboratori che sanino il grave ritardo dei curricula tradizionali rispetto alla rivoluzione digitale, nell’esigenza di rivendicare l’importanza del “creative thinking” e dell’apprendimento giocoso (per cui la componente ludica è prerogativa fondamentale della sua efficacia), promettendo che esiste una consequenzialità strategica tra l’utilizzo sapiente di mattoncini di LEGO, materiali da costruzione, piattaforma Scratch e l’utilizzo futuro di media, codici di programmazione e tecnologie avanzate.

Progetto, passione, parità, gioco… sono le parole d’ordine dei fautori dell’apprendimento creativo, a cui si aggiunge la vocazione per la tecnologia, il dialogo, l’aggregazione, l’inclusività su cui tanto insiste FabLearn e i suoi Fellows, la cui forza sta proprio nel valorizzare la diversità dei sistemi educativi e ambientali di provenienza.

Il progetto educativo Europeo

Tutto si amplifica in periodo di pandemia: disuguaglianze, necessità, opportunità, problemi pregressi. Come riconosce anche il piano europeo per l’istruzione digitale (2021-2027) la recente crisi ha fatto da catalizzatore per la tendenza all’apprendimento online e ibrido, spingendo i docenti e gli studenti che ancora non l’avevano fatto a mollare lavagne e gessetti per scoprire nuove strategie online di fare e seguire lezione. Del resto, in questa nuova modalità di lezione da remoto, non è mancato l’emergere di lampanti disparità in fatto di accessibilità al digitale e sconcertanti ritardi nell’aggiornamento professionale, oltre alla difficoltà di sanare l’ancora diffuso analfabetismo informatico. Per questo, il vocabolario programmatico generale non può che riferirsi a nuove infrastrutture, alfabetizzazione digitale sin dall’infanzia, insegnamento precoce dell’informatica, cooperazione intersettoriale, resilienza, democrazia.

Per attuare questa transizione digitale e promuovere uno spirito di collaborazione, l’Europa si affaccia al mondo della scuola promuovendo Erasmus+, programma di interscambio culturale e di investimenti che sostiene il Piano d’Azione dell’educazione digitale e l’Agenda europea delle competenze, e che ha perciò l’intento prossimo di contribuire ad innovare e migliorare i settori dell’istruzione, della formazione e, sì, anche dello sport.

In questo spirito propulsivo di innovazione educativa e creatività imperante, si può ben intendere quanto importante sia il contributo di Blikestein delle FabLearn Conferences, dal 2018, promotori dei principi del “bricolage tecnologico” e della formazione digitale.

 

Per approfondire:

 

cover image credit: The Met  (Object: 314338 / Accession Number: 1980.563.16)

Alessandro P. L. Redaelli



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