
Home / Blog / Work / 16 Settembre 2021Le professioni del nuovo Web: UX designer
La progettazione di siti Web, applicazioni e prodotti multimediali richiede la cooperazione di più figure professionali, ognuna delle quali mette a frutto un insieme di competenze specifiche per il raggiungimento dell’obiettivo. Come avevamo già anticipato nel nostro articolo su Web design e sviluppo di un sito, la natura interattiva del Web 2.0 rende infatti obbligatorio produrre siti Web che non siano solo funzionanti dal punto di vista tecnico, ma anche fruibili per gli utenti, in modo da fornire esperienze d’uso funzionali dal punto di vista dell’usabilità, gradevoli e visivamente coerenti. Proprio di questo si occupano gli UX designer, una delle nuove professioni più richieste nel mondo del digitale.
UX design: cos’è?
Lo User Experience Design è la disciplina che si occupa di progettare l’esperienza di fruizione di un prodotto, bene o servizio da parte di un utente finale spesso poco esperto. Nelle parole dell’ideatore del termine Don Norman, l’esperienza utente “è il modo in cui si fa esperienza del mondo, della vita, del servizio. Oppure di un’applicazione o di un sistema operativo. Ma si tratta in ogni caso un sistema integrato”. Il discorso si complica ulteriormente nel caso di esperienze multimediali complesse come i siti Web, dove ogni elemento può fare la differenza.
Spesso lo UX design è accorpato, o addirittura confuso, con l’User Interface Design (UI design), ossia la costruzione delle interfacce utente dal punto di vista grafico. In realtà lo UI design si può considerare come un sottoinsieme dello UX design, che interviene nella parte finale della progettazione per fornire all’utente finale un prodotto digitale non solo efficiente, ma anche gradevole alla vista e coerente con l’identità visuale dell’ente o del marchio di riferimento.
Negli ultimi anni, mentre i siti Web diventano sempre più complessi grazie ai nuovi standard dei linguaggi di codifica e sempre più utenti non esperti si affacciano al mondo del digitale, è emersa la necessità di formare figure professionali con competenze specifiche nella progettazione delle esperienze d’uso. Il compito dell’UX designer è proprio quello di realizzare un prodotto fruibile in ogni suo aspetto cercando di prevedere, attraverso una serie di strumenti che approfondiremo nel prossimo paragrafo, quali saranno le aspettative dell’utente finale.
Le sei attività di uno UX designer
In un articolo sulla figura dello UX designer, il blog della piattaforma Adobe elenca i sei compiti principali di questa nuova professione del Web.
- Ricerca di mercato sul prodotto. Questa attività, svolta tramite interviste e sondaggi, è particolarmente importante perché fornisce un inquadramento sull’utente tipo del prodotto di riferimento e sulle opportunità ancora non sfruttate.
- Creazione di personas e scenari. Le buyer personas sono identità fittizie complete di dati anagrafici, interessi e personalità, utilizzate nel mondo del Web e del digital marketing per avere un’idea precisa delle categorie di utenti a cui i prodotti fanno riferimento. Gli scenari invece sono piccoli spezzoni narrativi che integrano la fruizione del prodotto nella vita quotidiana di una persona.
- Architettura dell’informazione. Questo ruolo, delegato nelle aziende più grandi a una figura specializzata (il cosiddetto Information Architect), prevede la creazione di una struttura di navigazione, gerarchia e categorizzazione per il prodotto di riferimento. In un sito ben strutturato, per esempio, l’utente saprà sempre dove si trova in quel momento e dove è collocata l’informazione che cerca.
- Wireframe. I wireframe sono immagini a bassa fedeltà utilizzate come guida nella progettazione, che nella definizione di Adobe “rappresentano ogni schermata o passaggio che un utente può compiere nella sua interazione con un prodotto”. Questa attività, che mette in relazione l’architettura dell’informazione con la struttura dell’interfaccia utente, è considerata la base dello UX design.
- Realizzazione di prototipi. Un prototipo, o mock-up, si differenzia dal wireframe in quanto rappresentazione ad alta fedeltà di un prodotto che permette all’utente di prova di interagire e cliccare nelle diverse pagine e sezioni, in modo da simulare l’esperienza di navigazione. È proprio in questa fase della progettazione che entra in gioco il già citato User Interface Design.
- Test di usabilità. L’ultimo compito di uno UX designer consiste nell’osservazione in prima persona delle reazioni degli utenti al prodotto finale, tenendo conto del feedback verbale e non verbale per captare eventuali criticità nell’esperienza d’uso.
Come diventare UX designer?
Come nel caso di altre professioni del digitale, non c’è un percorso accademico unico per approdare alla carriera da UX designer. Alcuni atenei hanno iniziato negli ultimi anni a proporre corsi di laurea e master in questo campo, ma esistono anche varie opzioni per conseguire una certificazione online. Lo UX design è, ad esempio, uno dei cinque percorsi che Google offre nei suoi Career Certificates, argomento già affrontato in un articolo dedicato, ma le basi della disciplina si possono apprendere anche in modo autonomo.
Questi sono i testi più consigliati per apprendere i concetti di User Experience e usabilità, la loro storia e il modo in cui vengono applicati nella vita di tutti i giorni e nel digitale:
- “Don’t Make Me Think!” di Steve Krug
- “La caffettiera del masochista. Il design degli oggetti quotidiani” di Don Norman
- “User Friendly: How the Hidden Rules of Design are Changing the Way We Live, Work & Play” di Cliff Kuang e Robert Fabricant
Competenze e soft skills
Le competenze tecniche necessarie per fare carriera nel campo dell’UX intrecciano più discipline, tra cui il design visuale e grafico, il marketing, l’editoria digitale, la statistica e l’analisi dei dati, la sociologia e la psicologia. Ciò che conta davvero, tuttavia, è la capacità di mettere la propria conoscenza al servizio dell’utente.
A questo proposito, uno degli ambiti di ricerca più interessanti per un UX designer è senza dubbio quello del neuromarketing, ossia l’applicazione delle scienze cognitive in ambito commerciale. Una delle tecniche di neuromarketing più utilizzate è l’eye-tracking, ossia il tracciamento dello sguardo dell’utente durante la sua permanenza su una pagina Web, ma grazie ai servizi più all’avanguardia è possibile tracciare anche espressioni facciali, attività cerebrale e battito cardiaco. La misurazione di dati biometrici e la loro visualizzazione mediante mappe di calore rende possibile rendere ancora più precisi i test di usabilità e avere una migliore comprensione dell’esperienza utente dal punto di vista emotivo e sensoriale.
Oltre a questo tipo di competenze, a fare la differenza per gli aspiranti UX designer sono le soft skills. Come fa notare il designer Sang Valte in un’intervista rilasciata a Forbes, è infatti necessario essere dotati di empatia e curiosità, in modo da mettersi nei panni anche di visitatori meno esperti e “ricordare che è l’esperienza utente a contare, non la propria”. È fondamentale, per Valte, “non rinchiudersi da soli in una stanza”, ma essere disposti a lavorare in team e cooperare mettendo in gioco le proprie competenze, in modo da realizzare prodotti funzionali sotto ogni aspetto.
Per approfondire
- Elle > Chi è e cosa fa una UX designer
- Inside Marketing > Come migliorare la user experience online con il neuromarketing? Consigli e case study
- Interaction Design Foundation > What are UX tools?
cover image credit: Smithsonian Design Museum (Accession: 1976-48-13)
