Home / Blog / Work / 24 Febbraio 2022Digitale e pandemia: il futuro delle città
Il digitale e la pandemia cambiano il futuro delle città, velocemente e radicalmente. Per far fronte ai nuovi bisogni si stanno rendendo necessarie nuove figure professionali.
L’obiettivo delle nuove tendenze di urbanistica è quello di rendere le città più efficienti e sostenibili, di trasformarle in smart cities – che è anche uno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibili dell’ONU (di cui parliamo anche qui). Dal Sustainable Development Goal n.11, emerge la definizione di smart city. Si tratta di una città la cui gestione delle risorse punta alla sostenibilità economica ed energetica. In questa ottica, gli organi comunali cercano di fornire i servizi chiave della città in modo rapido ed efficace, migliorando la qualità di vita dei cittadini ed eliminando la marginalità urbana. Molti di questi obiettivi possono essere raggiunti con l’utilizzo della tecnologia.
Il cyber city analyst è una figura professionale nata di recente che si occupa di garantire la funzionalità dei sistemi che erogano i servizi.
Cyber City Analyst
Uno studio di Cognizant del 2017 inserisce il cyber city analyst tra i lavori più promettenti del futuro. Questa figura professionale si occupa di garantire la sicurezza e la protezione digitale di una città, mantenendo in funzione le apparecchiature tecniche e assicurando un flusso costante di dati. È fondamentale che questi dati siano protetti, poiché si tratta di informazioni private riguardanti i cittadini, la finanza, la sanità.
Le conoscenze necessarie per questo lavoro sono molto diversificate. Bisogna essere esperti di operazioni informatiche, programmazioni, management, sicurezza, infrastrutture critiche, funzioni su larga scala di una città. Per quanto infatti il cyber city analyst sia un lavoro informatico, è strettamente collegato al funzionamento effettivo della città – ad esempio ai trasporti o alla distribuzione di energia elettrica. È facile vedere come questo lavoro sarà in crescita costante nei prossimi anni, poiché le città saranno sempre più dipendenti dalla tecnologia.
Amministrazione digitale
La digitalizzazione delle città è un processo in atto già da qualche anno, ed è dimostrato che le tecnologie digitali migliorino la vita dei cittadini. Oltre ai cambiamenti futuristici che possono venire in mente parlando di questo argomento, un aspetto importante è l’amministrazione digitale (o e-government). Questo è un sistema di gestione digitalizzata dell’amministrazione pubblica verso cui si stanno muovendo moltissimi comuni. Lo scopo principale è di rendere più rapidi i servizi, e di renderli accessibili dal sito web amministrativo. Un ostacolo da superare sarà quello del digital divide (divario digitale), il divario tra chi è in grado di utilizzare la tecnologia (anche parzialmente) e chi non lo è, non solo tra gli utenti pubblico, ma anche tra gli operatori pubblici. Spesso i motivi di esclusione comprendono basso livello d’istruzione o età avanzata.
In Italia, un passo importante verso l’amministrazione digitale è stata la Teleamministrazione, che ha come presupposto il valore giuridico del documento in forma digitale. Precedentemente, questo era considerato solo come copia di un documento cartaceo.
La transizione digitale in Italia
La Teleamministrazione è stata codificata nel 2005 con il Codice dell’Amministrazione Digitale. La trasformazione digitale è quindi prevista da diversi anni, e le specifiche sono state aggiornate con il passare del tempo, ne vediamo alcune:
- Responsabile per la transizione al digitale. Istituzione di una figura lavorativa, in seguito all’aggiornamento dell’articolo 17 del CAD, avvenuto nel 2017. Questo professionista proviene dallo stesso ufficio comunale, ma si fa carico della transizione al digitale, quindi deve avere adeguate competenze informatiche, giuridiche, manageriali. La sua centralità è messa in primo piano anche nel Piano triennale per l’informatica nella pubblica amministrazione (2017-2019). All’interno del documento strategico, all’RTD vengono assegnate due mansioni specifiche: la costituzione di una rete collaborativa tra i responsabili di diverse amministrazioni; la creazione e gestione di iniziative per migliorare e diffondere le competenze digitali.
- Legge di semplificazione (L 120/2020). Redatta nel 2020, considera la prospettiva digital first che molte aziende stanno assumendo, e l’utilizzo esclusivo di identità digitali (cioè le risorse digitali associate ad una persona). A questo proposito impone l’obbligo di integrare nei servizi di pubblica amministrazione lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) come sistema di identificazione.
- Cura Italia. Denominazione del DL n.18/2020, che prevede che un gruppo di esperti si occupi dell’introduzione di soluzioni innovative. Questo decreto è uno dei primi a riguardare l’emergenza epidemiologica, che ha reso ancora più urgente la digitalizzazione dei servizi di pubblica amministrazione.
Post pandemia
Anche la pandemia ha cambiato il futuro delle città, facendo emergere alcune criticità dell’organizzazione cittadina – come l’impreparazione del servizio sanitario. Inoltre ogni città ha dovuto contenere i frequenti assembramenti, per diminuire il rischio di contagio.
Alcune tra le maggiori città italiane presentavano già delle problematiche legate all’espansione disorganizzata e ad un ritmo insostenibile. Ciò rendeva difficile mantenere un buon livello di servizi e infrastrutture, soprattutto in periferia, e con l’emergenza sanitaria ciò è stato amplificato. I mezzi di trasporto non erano sufficienti, dopo il lockdown è aumentato il traffico, la povertà è aumentata e molte aziende hanno chiuso.
Così sono state sperimentate misure di emergenza che rendessero possibile e sicura la vita urbana, anche in momenti di difficoltà. I tentativi sono stati molteplici, a volte contraddittori. L’aumento di frequenza dei mezzi pubblici, gli investimenti nell’infrastruttura informatica, l’espansione del mercato di acquisizione a distanza di beni e servizi, sono solo alcuni dei servizi che vengono implementati in questi mesi, a causa della pandemia. La soluzione effettiva probabilmente deve ancora essere trovata, ma è importante studiarla al meglio, perché questi cambiamenti – nell’urbanistica, nell’amministrazione, nelle aziende – non saranno temporanei.
Anche in questo caso, la digitalizzazione ha giocato un ruolo importante nel cambiare interi sistemi di gestione. Ad esempio, la pandemia ha portato ad una maggiore diffusione di strumenti digitali nel settore sanitario; i cittadini li utilizzano per informarsi sulla campagna vaccinale, per monitorare la propria salute, per ricordarsi di assumere i farmaci. Una professione che avrà spazio in futuro sarà quella dell’AI-Assisted healthcare technician, un infermiere che si occupa di diagnostica con strumenti basati sull’intelligenza artificiale. Ci sono ancora tante possibilità da sfruttare meglio in campo sanitario: telemedicina, formazione del personale sanitario riguardo alle competenze digitali, maggiore diffusione del fascicolo sanitario elettronico.
Per approfondire
- YATTA > La città in 15 minuti
- Diritto.it > DL Semplificazione
- Forbes > Il 2030 come lo immaginano i giovani
cover image credit: Smithsonian (Accession number: 1953-218-45)
Chiara Giulia Stoppa