
Home / Blog / Design / 18 Dicembre 2020Earth Observation: il futuro delle aziende
Secondo l’ EU Science Lab, l’Osservazione della Terra (Earth Observation – EO) è il complesso di informazioni sullo stato del pianeta Terra a livello chimico, fisico e biologico, ottenute attraverso satelliti che orbitano attorno alla terra. Oggi questo settore è in forte espansione, con interessanti possibilità per la ricerca e per l’economica, con un indotto di fornitori di servizi che già si è avviato.
Spesso questi satelliti sono dotati di sensori multispettrali che permettono di catturare e analizzare anche i fenomeni al di fuori della banda della luce visibile. Infatti come per l’udito, anche la vista umana ha dei limiti di percepibilità sullo spettro elettromagnetico (spettro visibile). Il sensore multispettrale invece restituisce immagini multibanda attraverso le quali è possibile conoscere anche i fenomeni non visibili all’occhio umano.
L’Osservazione della Terra è usata, principalmente, per monitorare l’evoluzione dell’ambiente sia artificiale che naturale. Tradizionalmente i dati e le informazioni provenienti dall’osservazione del territorio non sono mai stati costanti e omogenei, rendendo i processi di analisi dei fenomeni altrettanto discontinui. Con l’ Earth Observation (EO), invece, si ottengono dataset affidabili, che coprono tutto il pianeta terra, e che permettono di paragonare differenti periodi e delineare delle tendenze.
Applicazioni dal micro al macro
Per quanto spesso non sia noto, molti aspetti della vita quotidiana sono influenzati dai dati generati dai satelliti. L’utilizzo di queste rilevazioni è già da tempo parte della nostra quotidianità: le previsioni del meteo sono l’esempio più evidente dell’impiego dei dati derivanti dai satelliti. Esistono anche molte altre applicazioni che dipendono da un uso continuativo delle immagini dei satelliti, in settori che vanno dalla coltivazione all’analisi dei problemi connessi al processo di cambiamento climatico in corso.
Paolo Minciacchi, amministratore delegato dell’azienda e-Geos, leader mondiale nei servizi di geoinformazione, aggiunge: “Pensiamo alla potenzialità per incrementare la sostenibilità in ambito agricolo, per ottimizzare l’uso dell’acqua di irrigazione. Oppure la troppa dispersione dei fertilizzanti, tutto a vantaggio dell’ambiente. Altri esempi sono l’esigenza da parte di operatori oil & gas di individuare perdite nelle condotte; il campo minerario, in cui l’interferometria permette di tenere sotto controllo fenomeni di subsidenza e smottamento, aumentando così la sicurezza delle miniere. Unendo dati radar e gps, possiamo capire se una piattaforma petrolifera si muove oppure c’è una perdita di idrocarburi in mare. La stessa tecnologia può essere utilizzata per monitorare l’inquinamento da idrocarburi causato da imbarcazioni”.
Il mercato EO in tre segmenti
La rapida espansione del mercato dell’Osservazione della Terra fa pensare ad un vero e proprio boom per i prossimi decenni grazie anche ai grandi passi in avanti nel settore dei dati, anzi Big Data: dalla raccolta all’immagazzinamento, all’analisi attraverso algoritmi, Ai e grandi capacità di calcolo per incrociare dati da fonti diverse.
Allo stesso tempo stanno emergendo nuovi attori interessati dalle potenzialità della EO, aumentando la competitività e le opportunità del settore. Sono mossi anche dal fatto che la EO è stata riconosciuta come un importante strumento per affrontare le sfide del XXI secolo, tra cui il cambiamento climatico, l’organizzazione delle risorse naturali o la mitigazione dei disastri ambientali.
Il mercato dell’Osservazione della Terra è un componente dello space market e comprende sia i satelliti impiegati per la meteorologia e sia quelli usati per il remote sensing, ovvero per l’osservazione della terra. In particolare, il mercato della EO si divide nei tre segmenti:
- Settore della EO upstream: include la produzione e il lancio in orbita dei satelliti. (fatturato: EUR 1.9 miliardi nel 2014)
- Settore della EO midstream: gli operatori che vendono e distribuiscono i dati EO ai clienti. (vendite: EUR 1.5 miliardi nel 2015)
- Settore della EO downstream: conversione dei dati in prodotti e servizi con valori aggiunti. (EUR 2.8 miliardi nel 2015).
Aperture del mercato alle aziende
Il mercato della EO si sta espandendo enormemente in tutti e tre i segmenti sopra citati a causa dei notevoli cambiamenti nei pattern di investimento. I nuovi players infatti fanno parte principalmente al settore IT e tech. Ma anche la base dei clienti ha subito un forte cambiamento: fino al 2011 la stragrande maggioranza dei clienti erano afferenti al settore pubblico e istituzionale, mentre attualmente sono aziende e privati. Segno del crescente valore economico acquisito da questo settore di mercato.
Se infatti tra il 2002 e il 2011, circa il 90% dell’upstream, ovvero della produzione dei satelliti, era finanziato da istituzioni per uso militare e civile, questa tendenza si è interrotta bruscamente con la nuova produzione di satelliti di peso inferiore a 50 kg che generano dati a prezzi più convenienti. Per questa ragione dal 2012, in poi, il settore EO è stato invaso da aziende private di diversa dimensione attratte dalle innovative possibilità di impiego dei dati e delle immagini della Terra.
Per quanto riguarda il midstream, la tendenza è analoga: apertura del mercato a nuovi attori privati. È opportuno citare almeno Amazon Web Service (AWS) che fornisce servizi di “cloud computing” ovvero servizi di tecnologia on-demand con una politica di pagamento pay-as-you-go. Nel campo della EO, AWS gestisce una piattaforma cloud per Landset, il sistema di open-data di Earth Observation degli Stati Uniti. Simbolo dell’espansione del settore, AWS è diventato la fonte principale di incassi (il 58%) del gruppo Amazon, con un aumento dei ricavi del 100% in due anni.
Infine, il downstream, che corrisponde alla trasformazione dei dati EO in servizi e informazioni per clienti pubblici e privati, offre le maggiori potenzialità di crescita per le aziende europee. Ad esempio, l’azienda belga GIM seleziona immagini e dati satellitari per poi trasformarli in quelli che definisce “actionable insights” per i suoi clienti (privati).
Nel prossimo futuro il settore è destinato a crescere ancora soprattutto per le aree di applicazione legate alla gestione delle risorse naturali, all’ingegneria, alle infrastrutture e alla difesa.
Progetto Copernicus
Il progetto Copernicus è il programma di Osservazione della Terra dell’Unione Europea che ha l’obiettivo di raccogliere informazioni sull’ambiente per sviluppare progetti a favore dei cittadini europei.
Dal 2014 i dati di Copernicus sono accessibili gratuitamente e in maniera illimitata. Nessun programma EO fornisce un tale volume e una tale diversità di dati (8 Petrabytes all’anno). L’Italia è il secondo contribuente europeo al progetto con un investimento di 370 milioni nel 2019. Secondo Giuseppe Borghi, direttore del Phi Lab dell’ESA, che è intervenuto all’Expo forum della New Space Economy: “Il mercato spaziale cresce al doppio dell’economia globale. L’Osservazione della Terra in Europa è rimasta indietro rispetto a Stati Uniti e Cina ma ora sta crescendo”. Tuttavia Copernicus presenta ancora problemi rilevanti legati ad un sistema di distribuzione dati non omogeneo, ad un contesto politico frammentato e un’attenzione limitata per le politiche di Space Economy in Europa. Servono programmi e progetti a livello sovranazionale per creare le condizioni economiche e infrastrutturali per un sviluppo maggiore di Copernicus.
In Italia tra innovazione e ritardi
Secondo il report del 2020 dell’EARSC, European Association of Remote Sensing Companies, si registra un’espansione del settore da tutti punti di vista: aziende, occupazione e introiti. L’Italia si posiziona al quinto posto in Europa per numero di aziende e servizi connessi all’EO, mentre è al quarto per numero posti di lavoro. Questo dato risulta importante proprio perché dimostra l’impegno che negli ultimi anni il paese sta dimostrando nel settore dell’Osservazione della Terra.

Fig. 4 e 5 fonte: report EARSC del 2020
Bisogna tenere presente che in Italia il problema della burocrazia è causa anche in questo settore di significativi ritardi. Inoltre, secondo Labini, vicepresidente dell’EARSC, non c’è ancora un piano nazionale di Space Economy sufficientemente incisivo da permettere uno sviluppo continuativo dell’Osservazione della Terra. A questo proposito Borghi aggiunge: “L’Osservazione della Terra è di fatto nata decenni fa principalmente per osservare il nemico, ora si muove a beneficio dei contribuenti. Rispetto a Francia e Germania stiamo forse scontando una minore continuità di visione politica nel settore. La Francia, anche per interessi politici e militari, ha sempre investito tantissimo. La struttura industriale francese è quindi storica. In Italia scontiamo una partenza più recente. Ma ci sono moltissime realtà che stanno nascendo”.
Per approfondire:
- ESA > New Observations for the New Economy
- OECD > Earth Observation for decision-making
- New space economy > Digitale Edition 2020
cover image credit: The Met ( Object: 471799 / Accession: 56.171.146)