New Skills Agenda for Europe: le competenze al centro

Home / Blog / Design / New Skills Agenda for Europe: le competenze al centro14 Gennaio 2022New Skills Agenda for Europe: le competenze al centro

Nel luglio 2020, la Commissione Europea ha presentato la Nuova agenda delle competenze per l’Europa (New Skills Agenda). Si tratta di un piano ambizioso di cinque anni per aggiornare e riqualificare gli europei per rispondere alle nuove sfide del mercato del lavoro, prime tra tutte la transizione verde e la transizione digitale. Gli obiettivi sono: realizzare il diritto alla formazione e all’apprendimento permanente fornendo ai cittadini comunitari un’ampia gamma di competenze, in particolare quelle trasversali, per migliorare l’occupabilità, la competitività e la crescita, incentivando maggiormente la cooperazione tra gli Stati Membri e gli attori del mercato del lavoro.

I Paesi europei sono chiamati ad accrescere la qualità delle competenze e la loro rilevanza nel mercato del lavoro anche sulla base di un dialogo con il settore industriale, questi gli elementi essenziali per sostenere una crescita equa, inclusiva e sostenibile, nonché società coese.

Per rispondere concretamente a queste sfide la Commissione europea ha proposto il piano “New Skills Agenda 2020”.

L’iniziativa arriva in un momento storico particolare: la pandemia da coronavirus ha trasformato il mercato del lavoro. Si inseriscono in questo contesto la transizione verde e digitale che orienteranno le politiche aziendali e pubbliche dei prossimi anni.

Il punto di partenza

La Commissione ha elaborato il progetto partendo dai due principali fenomeni distorsivi del mercato del lavoro: lo skills gap e il mismatching tra domanda e offerta di lavoro.

«Nonostante i 2 milioni di posti di lavoro vacanti nell’UE, oltre il 30 % dei giovani qualificati in possesso di un diploma svolgono mansioni che non corrispondono alle loro competenze o aspirazioni, mentre il 40 % dei datori di lavoro europei ha difficoltà a trovare le persone con le competenze richieste”.

A questo, si aggiunge anche un dato fondamentale del futuro del mercato del lavoro: entro il 2030, da 75 a 275 milioni di lavoratori (ovvero dal 3 al 14% della forza lavoro globale) – dovranno cambiare attività lavorativa. In Germania, fino al 32% della forza lavoro dovrà cambiare attività professionale entro il 2030. Il problema non è quindi la quantità di posti di lavoro, ma piuttosto il divario tra i requisiti di competenze dei vecchi e nuovi lavori. Un altro aspetto da evidenziare è il fatto che entro i prossimi 10-20 anni, il 65% di tutte le attività attualmente svolte dagli esseri umani sarà automatizzata.

Quindi, mentre molti posti di lavoro diventeranno obsoleti, l’automazione e il conseguente aumento della produttività ne creeranno di nuovi: una crescita pari al 21% della domanda di lavoro odierna.

Gli obiettivi

Le priorità europee si possono riassumere in tre punti fondamentali:

  • Il primo è investire in capacità, competenze e conoscenze con gli obiettivi di stimolare l’innovazione, la produttività e la competitività. Ne conseguiranno l’aumento dell’occupabilità e il superamento degli squilibri domanda-offerta in un mercato del lavoro in rapida evoluzione e influenzato dalla globalizzazione e dl progresso tecnologico.
  • Il secondo riguarda l’istruzione e la formazione professionale e le politiche attive del lavoro, le misure da adottare in questo ambito puntano all’incrocio tra domanda e offerta e alla collaborazione tra il settore pubblico e quello privato ai fini di sviluppo di capitale umano e alla crescita inclusiva
  • Il terzo è contribuire allo sviluppo di capitale umano incrementando l’efficacia e l’efficienza del mercato del lavoro puntano a un miglioramento qualitativo in ogni settore.

Il Patto per le Competenze

La Commissione intende mettere le competenze al centro dell’agenda politica europea per i prossimi cinque anni per trasformare in realtà il diritto all’apprendimento permanente e attuare il primo principio del Pilastro europeo dei diritti sociali.

La ripresa della nostra economia, il rafforzamento della competitività globale dell’Europa e la spinta in avanti con le doppie transizioni verde e digitale, richiedono un’audace politica delle competenze.

La transizione dell’UE verso un’economia efficiente sotto il profilo delle risorse, circolare, digitalizzata e neutrale dal punto di vista climatico e l’ampio dispiegamento dell’intelligenza artificiale e della robotica dovrebbero creare nuovi posti di lavoro mentre altri lavori cambieranno o addirittura scompariranno. La pandemia COVID-19 ha accelerato la transizione digitale. Se il telelavoro e l’apprendimento a distanza sono diventati una realtà per milioni di persone nell’UE, spesso sono però emersi i limiti delle competenze digitali e/o digitalizzazione acquisite.

E’ necessario quindi implementare strategie nazionali in materia di competenze, basate su previsioni efficaci (skills intelligence), devono essere pienamente integrate nel sistema per contribuire ad attuare un approccio olistico allo sviluppo delle competenze esteso a tutta l’amministrazione.

Per affrontare il problema della scarsa chiarezza dell’espressione “competenze verdi”, l’agenda per le competenze prevede di elaborare una tassonomia concordata delle competenze per la transizione verde e definire una serie di competenze di base pertinenti per il mercato del lavoro. Insieme alle azioni relative allo spazio europeo dell’istruzione, l’obiettivo è quello di sviluppare una serie di indicatori e un quadro europeo delle competenze per l’educazione ai cambiamenti climatici e allo sviluppo sostenibile.

Per quanto riguarda le competenze a sostegno delle transizioni verde e digitali è necessario, inoltre, lo sviluppo di un insieme di indicatori verdi essenziali, quali il monitoraggio statistico della sostenibilità dei nostri luoghi di lavoro, e la compilazione di un piano d’azione per l’istruzione digitale e corsi di formazione introduttivi alle TIC.

Il miglioramento dell’analisi del fabbisogno delle competenze con l’obiettivo di acquisirne nuove per un impiego, prevede un database di informazioni online “in tempo reale” sulla domanda di competenze, a livello regionale e settoriale, basate sull’analisi dei big data relativi ai posti di lavoro vacanti e rese ampiamente disponibili.

Fondamentali anche le cosiddette “competenze per la vita”: aldilà del mercato del lavoro, la Commissione sosterrà l’apprendimento di giovani e adulti di tutte le età su aspetti quali le competenze civiche e l’alfabetizzazione mediatica, nonché finanziaria, ambientale e sanitaria.
Saranno messi a punto standard europei che possano contribuire al riconoscimento dei risultati dei corsi di formazione (compresi quelli online e di breve durata). La Commissione collaborerà con gli Stati membri all’elaborazione di strategie nazionali moderne e complete in materia di competenze e si affiancherà alle agenzie pubbliche nazionali per l’impiego per realizzare tali strategie.

L’apprendimento permanente

La necessità di implementare un sistema di competenze chiave per l’apprendimento permanente è dato dalla persistenza di gravi difficoltà nello sviluppo delle competenze di base dei più giovani. Emerge una crescente necessità di maggiori competenze imprenditoriali, sociali e civiche, ritenute indispensabili “per assicurare resilienza e capacità di adattarsi ai cambiamenti”.

Tra le competenze chiave: la capacità di imparare e di lavorare sia in modalità collaborativa sia in maniera autonoma, di organizzare il proprio apprendimento e di perseverare, di saperlo valutare e condividere, di cercare sostegno quando opportuno e di gestire in modo efficace la propria carriera e le proprie interazioni sociali.

Rientrano quindi a pieno titolo e formalmente riconosciute le cosiddette soft skills ossia le competenze non formali e informali: le capacità personali e relazionali, le “abilità socioemotive” o “trasversali”, poiché esse aiutano le persone a reagire all’incertezza e ai cambiamenti, il pensiero critico, il lavoro di squadra, le competenze interculturali e la capacità di risolvere problemi.

Una seconda dimensione delle politiche educative europee è il connubio con il lavoro. Sono promosse forme innovative di lavoro che garantiscano condizioni di lavoro di qualità. L’imprenditorialità e il lavoro autonomo sono incoraggiati. È agevolata la mobilità professionale. Incoraggiare la competenza imprenditoriale, la creatività e lo spirito di iniziativa in particolare tra i giovani, ad esempio favorendo le occasioni in cui i giovani possano fare almeno un’esperienza imprenditoriale pratica durante l’istruzione scolastica.

Il Capitale Umano

Nel quadro della Strategia Industriale la Commissione ha sviluppato una strategia specifica per le piccole e medie imprese (PMI) considerato che, alle PMI è ascrivibile l’85 % dei nuovi posti di lavoro creati negli ultimi cinque anni. Il Capitale Umano in questa declinazione economico/industriale è la vera novità delle strategie europee. L’Europa sta sviluppando gli strumenti per affiancare alla catena del valore dell’innovazione di processo e prodotto la catena del valore delle competenze.

Tenuto conto che circa il 25% delle PMI europee segnala considerevoli difficoltà nel reperire personale e manager esperti e che la transizione industriale verde e digitale richiederà nuove competenze; solo l’istruzione, la formazione professionale e l’apprendistato possono favorire l’acquisizione di competenze e l’occupabilità qualificata dei giovani e degli adulti, rispondendo alle esigenze in evoluzione delle imprese.

La Commissione europea ha individuato i target che gli Stati devo raggiungere entro il 2030:

1- Almeno 78% della popolazione di età compresa tra 20 e 64 anni dovrebbe essere occupata entro il 2030 (livello attuale: 73.1% (2019)).

2- Almeno 60% di tutti gli adulti dovrebbe partecipare alla formazione ogni anno entro il 2030 (livello attuale: 37.4% (2016)

I vantaggi per i cittadini EU

I cittadini europei trarranno numerosi vantaggi dall’implementazione della New Skills agenda 2030, potranno infatti:

  • Avere una panoramica delle offerte di lavoro a livello europeo e individuare le competenze da assumere per ottenerli
  • Migliorare le proprie competenze digitali, preparandosi al meglio per la vita e per il lavoro
  • Seguire corsi di formazione nel tempo libero
  • Ottenere il riconoscimento della formazione svolta e impiegare in modo migliore le nuove competenze acquisite
  • Ottenere finanziamenti per sviluppare competenze utili a intraprendere un nuovo percorso professionale
  • Apprendere le migliori pratiche dai miei colleghi nelle reti per lo sviluppo professionale

 

Per approfondire:

 

Vittoria Mineo

cover image credit: The Met (Accession Number: 17.194.863 /Objcet: 250089)



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