L’impatto del digitale sui processi psicologici

Home / Blog / Work / L’impatto del digitale sui processi psicologici6 Aprile 2022L’impatto del digitale sui processi psicologici

L’ampio utilizzo di tecnologie digitali in ogni ambito della nostra vita sta apportando delle modifiche ai nostri processi psicologici. Affrontare questi cambiamenti non è sempre facile, ma proprio per questo è nata la psicologia digitale (o cyberpsicologia), branca della psicologia che si confronta con il mondo digitale e indaga il rapporto tra uomini e sviluppo tecnologico.

Si tratta di necessità recenti, e di una professione nuova, nata negli ultimi anni. Oltre a studiare come la tecnologia ha un impatto su di noi, una parte della cyberpsicologia studia anche come progettare strumenti digitali per migliorare il lavoro dello psicologo.

Conseguenze del digitale

Andando ad approfondire le effettive conseguenze dell’esposizione prolungata ai nuovi media, si vede che questi vanno ad incidere su diversi aspetti. Tra questi:

  • Disuso. Cabine telefoniche, lettere, atlanti, sono oggetti che non hanno più motivo di esistere oggi, perché sono stati sostituiti da strumenti digitali più veloci e semplici da utilizzare.
  • Creazione di contenuti. Sul web chiunque diventa creatore di contenuti, con pochi filtri e senza pre-requisiti. I contenuti inoltre sono persistenti, resteranno online per sempre a meno che non vengano eliminati.
  • Reperibilità. Dalle news alle informazioni personali, su Internet è disponibile quasi tutto. Per quanto importante sia questa ricchezza di materiale, bisogna ricordare i rischi per la privacy.
  • Nativi digitali. Le nuove generazioni sono più attrezzate, rispetto a quelle passate, per gestire e sfruttare al meglio il web. Questo non significa però che siano immuni dai rischi, anzi. Di solito infatti sono i più giovani a passare molto tempo esposti alle nuove tecnologie, che sono accessibili anche ai bambini, per la loro intuitività d’uso.
    I nativi digitali hanno capacità diverse dalle generazioni precedenti, sono più multitasking e hanno maggiore coordinazione oculo-manuale, ma hanno minori capacità simboliche e fanno meno affidamento sulle capacità analogiche. Anche la difficoltà a concentrarsi e memorizzare aumentano con l’esposizione ai device – e quindi con la sovraesposizione a diversi stimoli. Allo stesso tempo però, il tipo di stimolazione intellettiva di Internet permette di rallentare il declino cognitivo. L’apprendimento avviene invece in modo interattivo, tramite condivisione di idee e competenze.

Gli effetti della pandemia

La pandemia ha avuto un forte impatto sulla diffusione della psicologia digitale, velocizzandola. Con il disagio creato dal lockdown – di cui abbiamo parlato anche qui – si è reso necessario spostare il lavoro con il proprio psicologo su piattaforme online, e molte persone hanno iniziato un percorso di terapia dovuto proprio alla situazione pandemica. Un dato interessante riguarda la richiesta ai motori di ricerca di informazioni riguardanti la salute mentale.

Per affrontare le nuove difficoltà nate dalla pandemia – prima tra tutte il lockdown – molte cose sono cambiate. Gli psicologi hanno lavorato a distanza, ed è cresciuto l’utilizzo di applicazioni per smartphone che offrono aiuto psicologico.

Dato che non ci separiamo mai dal nostro cellulare, e che lo utilizziamo in continuazione, la computerized therapy ha deciso di sfruttare a suo vantaggio questo fatto. Si tratta di software di supporto alla salute mentale, che non coinvolgono uno psicoterapeuta.
Da prima della pandemia c’era la possibilità di partecipare a sessioni di pochi minuti, in cui si dialoga con un computer. A seconda dei casi, le app si hanno diverse possibilità: TherapyChat mette subito in contatto con un terapista; Cozily si occupa anche di informazione, e distribuisce contenuti gratuiti agli utenti. Un fattore molto positivo di questi strumenti è che sono di aiuto nel momento del bisogno, senza dover aspettare la prossima seduta dal proprio psicologo.

Un progetto partito proprio per tamponare gli effetti della pandemia è ItaliaTiAscolto, un portale gratuito di gruppi d’ascolto e professionisti esperti in diverse aree. Anche in questo caso si partecipa agli incontri tramite smartphone, e questi sono pensati per chi affronta una sofferenza emotiva legata all’emergenza sanitaria. L’applicazione è stata sviluppata dal dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con l’Ordine degli Psicologi della Lombardia.

Lo psicologo digitale

La figura dello psicologo digitale non è ancora del tutto definita. Sono chiari alcuni suoi obiettivi, come quello di comprendere le nuove forme di disagio psicologico e di trattarle in modo efficace. Questa professione è richiesta soprattutto in ambito clinico, nella psicologia sociale – per indagare fenomeni come le fake news – nella ricerca, nel neuromarketing. Nell’ultimo caso, lo psicologo si occupa di dare il suo punto di vista professionale per capire i processi di acquisto online da parte dei consumatori. Così è possibile contribuire a idee pubblicitarie persuasive e coinvolgenti, usando euristiche della psicologia sociale. Inoltre, un cyber psicologo analizza lo sviluppo online della personalità, le relazioni che vengono strette online, la dipendenza da strumenti tecnologici. Questa figura è spesso ricercata all’interno delle aziende, nel settore accademico, nella terapia.

Terapia online

Per quanto riguarda l’ambito clinico, una forma di terapia molto studiata negli ultimi decenni è quella della e-therapy, termine coniato dallo psicologo John Grohol. Questa terapia online è un modo per sostenere la terapia tradizionale, con l’ausilio di siti internet o applicazioni in cui l’utente può rivolgersi ad uno psicoterapeuta. Questo si rivela molto utile per chi non ha mai intrapreso un percorso di aiuto psicologico, e farlo via web può essere un primo modo di approcciarsi ad esso.

Alcuni strumenti clinici che possono essere utilizzati anche online sono test di personalità, attività di prevenzione, ipnosi. L’ultimo può sembrare complesso da attuare tramite un device, ma non è così. Utilizzando un testo valutato dal terapeuta, questo viene letto da una voce sintetizzata, e vengono utilizzati colori e luci per indurre lo stato di ipnosi.

Psicologia e tecnologia sono sempre sembrati due ambiti molto distanti, ma più quest’ultima si è fatta onnipresente e fondamentale nella nostra vita, più la prima ha dovuto adattarsi ad una convivenza. Per quanto difficile possa essere sembrato inizialmente, ora si sta scoprendo quante nuove possibilità nasceranno sicuramente da questa sinergia.

Per approfondire:

cover image credit: Smithsonian (Accession number: 1973-43-10)

Chiara Giulia Stoppa



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